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PIANETA RIFUGIO
Cosa sarebbero le montagne della Carnia senza i rifugi? Davvero non me le so immaginare…
Penso ai tempi della mia infanzia, quando le prime escursioni erano rivolte al raggiungimento di quegli edifici, da bimbo assieme ai miei genitori. Il rifugio diventava come per magia la cima della giornata, la meta finale a sé stante a cui mirare le proprie fatiche. Ho ricordi di persone sorridenti, grandi temporali scampati davanti ad una stufa a legna sempre accesa e gustose pastasciutte guadagnate faticosamente.
Crescendo ho imparato a camminare da solo per alture e questi luoghi di pace sono diventati un prezioso punto di appoggio nelle mie escursioni. Posti dove poter dormire sonni profondi, dove mangiare pasti caldi e saporiti e passare qualche ora di riposo prima di ripartire per l’ennesimo sentiero o per la scalata di un’altra parete.
Lo senti da lontano che ci sei quasi, ne capti la presenza ancora prima di vederli all’orizzonte. Che siano immersi in una conca nel bosco, eretti sul ciglio di una terrazza rocciosa o aggrappati alle rocce grigie delle Alpi Carniche. C’è una magia sorda che aleggia attorno a questi luoghi di ospitalità e sicurezza, un’alchimia che è pronta a stregare i passanti con il profumo del camino dove cuoce la polenta o con il bagliore fioco di una lampadina nella notte, faro per l’escursionista attardato.
Perché il rifugio è l’avamposto più alto della civiltà ma, in una certa maniera affascinante, posso dire con certezza che non ne fa totalmente parte.
I rifugi sono un pianeta a sé stante.
Una considerazione, questa, che deriva da un passato vicino che mi ha visto scavalcare il limite del bancone passando dall’altra parte e cioè da semplice escursionista a rifugista. Ho vissuto intere estati in quota ed ho capito l’essenza vera di quelle strutture che stregarono i miei occhi da bambino quando nasceva in me l’amore per le alte quote.
Fare un riassunto di cosa significhi rifugio, per chi non ci è mai stato, è quantomeno difficile, ma voglio darti degli spunti da verificare di persona alla prossima estate, quando le tante strutture ricettive che disseminano le montagne di Carnia saranno aperte e pronte ad accoglierti.
I Rifugi sono porti dove attraccare al sicuro, che tu sia solo di passaggio o che ti attenda una notte in quota. La montagna, seppur edulcorata a volte da impianti e vie di comunicazione diretta, è un ambiente che va sempre rispettato conoscendone a fondo i rischi oggettivi. Grandinate, temporali con fulmini, improvvisi cambi di temperatura; basterà entrare per ritrovarsi in un’oasi di calore umano.
Un rifugio è una struttura aperta a tutti che, per qualche ora, diventerà anche casa tua e bada bene, non sarai trattato da ospite, come potrebbe succedere in un qualsiasi albergo, ma da amico.
Le ore che precedono la notte, lassù, sono speciali. Sembra quasi che l’orologio si arresti al tramonto, quando il fervore delle giornate alpine si ferma, la natura nasconde i suoi rumori e sulle cime cala un profondo silenzio. Vanno in atto le magie dei tramonti e dei cieli stellati in una volta celeste senza pari, dove luccicano milioni di stelle lontane dall’inquinamento luminoso del fondovalle. Ti ritroverai all’esterno con gli occhi rivolti all’insù, assieme ad altre persone che da perfette sconosciute, molto probabilmente, saranno diventate amiche. Il fascino del rifugio è anche questo: permette di scoprire l’essenza di un turismo lento, legato sì alla conoscenza del territorio percorso al ritmo dei propri passi ma anche all’incontro con altre persone dagli interessi comuni, momenti di vita dove l’assenza di rete telefonica è, spesso, un’importante occasione di condivisione non virtuale.
Rifugio è cibarsi di piatti legati al territorio perché proprio da quel territorio derivano. Sono pietanze cucinate senza fretta, spesso sul fuoco a legna, in vista di boschi e pareti. Sono ricette che contengono l’aroma di quelle terre e la maestria di coloro che le preparano.
Rifugio è vivere ai ritmi della natura. La colazione avviene all’alba, quando le prime luci di una nuova giornata permettono la partenza mattutina verso la vicina cima prescelta o la prosecuzione del trekking nelle ore in cui il sole non è ancora troppo forte. È darsi la buonanotte dopo una grappa condivisa tra risate, ricordi e magari qualche nota di chitarra.
Rifugio è raggiungere degli amici, anche se prima di entrare in quella soglia non li avevi mai conosciuti. La montagna ha il potere magico di accomunare le persone e ridurre le diffidenze e, dentro quelle strutture, sopravvive l’universo anacronistico di un mondo senza fretta.
Provare per credere.