Traversata Carnica

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         08 ago 2022 11:17
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LA TRAVERSATA CARNICA


Esiste un percorso nelle Alpi del nord-est che racchiude in sé un compendio pregiato di boschi, di mulattiere, rifugi e creste aeree. Queste non sono tuttavia le sue uniche peculiarità. Questo tragitto, la Traversata Carnica, è molto più che una serie di sentieri concatenati: è la migliore possibilità di capire la sostanza di queste terre alte di confine, vivendole nell’anima, dall’alba al tramonto.

La chiamano anche Via della Pace, probabilmente perché gran parte del percorso si svolge sulla displuviale di un confine che cent’anni fa fu conteso tra granate, postazioni d’alta montagna e mitraglie. 
Un percorso che origina nell’ultimo lembo del Trentino Alto Adige, a San Candido, dove prende quota e lascia nel suo transito il paesaggio dolomitico, classico e maestoso, attraversando un’infinita serie di dorsali verdi prative su cui lasciare correre i propri pensieri. Percorso per intero, questo filo di sentieri, è lungo all’incirca 180km con un dislivello positivo che si aggira sugli 8000m lungo le dieci giornate richieste per la percorrenza. Una via maestra che si presta tuttavia a varianti sul tema, con la possibilità di raggiungere le cime più rappresentative di queste terre o alternare le notti nei rifugi gestiti con altre in pura autonomia nei bivacchi.  
Accompagnati dai numerosi branchi al pascolo, le Alpi Carniche si susseguono verso oriente, in un viaggio che si fa suggestivo e solitario. Dalle verdi punte del Comelico la lunga strada delle malghe in Val Visdende è linea di demarcazione tra i prati che segnano il cielo e una civiltà che si mantiene ben celata al di là del gruppo montuoso del Rinaldo. 
Le montagne qua sono elemento totalizzante ed esclusivo, attorno solo l’aria fresca dei panorami e qualche fischio di marmotta a ricordare la profonda wilderness di queste terre.  
La mole piramidale del monte Peralba sarà la meridiana di una giornata lunga e faticosa, che troverà riposo alla sera, in quel rifugio Calvi dove regna la serenità domestica di una famiglia che porta avanti l’accoglienza da decenni. Anche Papa Giovanni Paolo II° passò di qua, il suo ricordo è ancora ben ancorato alle rocce di queste vette.
La valle di Fleons pare un imbuto che ti porta verso il basso, come le nevi che proprio qui si fanno “Goccia di Carnia” ma le vere perle d’acqua sono il lago Pera e quello di Bordaglia, che la traversata sfiora mantenendosi alta sul punto panoramico perfetto. 
Giramondo, passo di confine, radure dove senti l’aria del nord in faccia come la sentirono i Cramaars, antichi commercianti che passarono da queste parti con i loro carichi di spezie dirette al norico. 
La valle del Wolayerbach scende dal lago di Volaia, piccolo bacino alpestre incastonato tra le pareti del gruppo del Coglians e del Capolago. Due rifugi si fronteggiano, parlano lingue diverse ma il pensiero comune della montagna, che qui è fatta di acqua, rocce, fossili e l’aria frizzante dei tramonti sulle rive.
La montagna più alta del Friuli, il Coglians, sarà circumnavigata alla sua base raggiungendo il passo di Monte Croce Carnico, salendo su quei sentieri di guerra che hanno fatto la storia d’Italia, degli alpini e delle portatrici carniche, quei Fiori di Roccia a cui Ilaria Tuti ha dedicato un sentito romanzo. I sentieri della traversata carnica si snodano su queste bastionate calcaree, tra le doline carsiche che dal Pal Piccolo si susseguono fino alla Cima Avostanis, dove l’orizzonte mite si distende e si perde negli alpeggi del confine italoaustriaco. Malga Pramosio succede al Lago di Avostanis, adagiato in una conca talmente scenografica che una sosta sarà d’obbligo. 


Ancora ad est, verso le dorsali tondeggianti dei monti di Paularo, dove le isole d’altura della Creta di Aip e del Monte Cavallo guideranno i passi. 
Silenzi talmente profondi da essere quasi ipnotici, passi fatti di sentita solitudine dove tutti i sensi saranno attivati e vigili. Così gli odori del bosco, di funghi e muschio, faranno parte dei ricordi migliori di questa avventura, come i risvegli e le albe in malga profumeranno di rugiada. Passo Pramollo è un ricordo di quella civiltà lasciata nel mondo del basso, la traversata carnica continua alla volta di Tarvisio, l’altitudine però da qui in poi andrà lentamente scemando. 
Ancora verso il sorgere del sole, verso est, attraverso villaggi alpini di rara bellezza dove le tradizioni malghive hanno vinto la lotta con il tempo, fermandolo a decine di anni fa. Le Alpi Carniche austriache affascinano con i loro paesaggi morbidi, con specchi d’acqua e panorami che si allargano, ora, alle Alpi Giulie che sorgono oltre la piana di Tarvisio. Le ultime fatiche saranno i passi della discesa verso l’abitato di Coccau, termine immaginario di un’avventura che per qualche giorno ha rapito il cuore e riempito gli occhi di quel verde profondo che è, in fondo, la terra di Carnia


Le montagne sono cattedrali fatte di silenzi e cieli blu, di vita che brulica dove il passo del camminatore è attento a cogliere i particolari che si celano oltre il muro della fatica. La traversata carnica è il giusto modo per accostarsi a questa terra, senza fretta e godendo di tutte le emozioni che un viaggio senza tempo come questo regalerà a chi vorrà mettersi in marcia su questi sentieri.    



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